La flotta verrà ridotta di 25 aerei (5 di lungo raggio e 20 a corto raggio), ed è prevista una riduzione di 4.500 posti di lavoro, per salvaguardare circa 15.500 posti in tutta la compagnia aerea, in linea con la riduzione della capacità e il miglioramento della produttività. Verranno inoltre introdotte nuove iniziative commerciali per aumentare i ricavi unitari, tra cui un aumento delle vendite ancillari, e la riprogettazione del sito web.
A breve termine la trasformazione si concentrerà sull’arginare le perdite, creando un network proficuo, sospendendo rotte e frequenze in perdita e garantendo un feed efficace verso i redditizi voli a lungo raggio. Le operazioni di breve e medio raggio saranno trasformate per competere efficacemente con i vettori low cost che si sono affermati con successo nel mercato nazionale spagnolo. Il piano vedrà il miglioramento della produttività globale e l’introduzione di adeguamenti salariali permanenti per ottenere una base di costi competitiva e flessibile. E’ stato fissato il termine del 31 gennaio 2013 per raggiungere un accordo con i sindacati: se l’accordo non verrà raggiunto, vi saranno tagli più profondi e una riduzione più radicale delle dimensioni e delle operazioni di Iberia, per salvaguardare il futuro dell’azienda.
Rafael Sánchez-Lozano, amministratore delegato di Iberia, ha detto: “Iberia è in lotta per la sopravvivenza. E in perdita su tutti i mercati. Dobbiamo prendere decisioni difficili ora per salvare l’azienda e riportarla alla redditività. Se non prenderemo provvedimenti radicali per introdurre un permanente cambiamento strutturale, il futuro per la compagnia aerea è desolante. Tuttavia questo progetto ci offre una piattaforma per trasformare il business e crescere”. “La crisi economica spagnola ed europea ha avuto un impatto su Iberia, ma i suoi problemi sono sistemici e precedenti le attuali difficoltà del paese. La società sta bruciando 1,7 milioni di euro ogni giorno. Iberia deve modernizzarsi e adattarsi al nuovo ambiente competitivo, perchè la sua base di costi è notevolmente superiore rispetto ai suoi principali concorrenti in Spagna e America Latina. Il tempo non è dalla nostra parte, abbiamo fissato il termine del 31 gennaio 2013 per raggiungere un accordo con i sindacati. Entriamo in tali negoziati in buona fede, se non raggiungeremo il consenso dovremo prendere provvedimenti più radicali che porteranno a una maggiore riduzione della capacità e dei posti di lavoro”.